giovedì 16 febbraio 2012





La sua è una santità semplice, di chi ha posto in Dio il suo cuore e tutto attende da Lui. A chi l'avvicinava comunicava la gioia della propria vocazione, sviluppata nel dono di sè, fino a giungere ad offrire  la propria vita per la pace della sua Patria. Per noi ancora oggi esempio per giungere al traguardo della santità

Giovedì 9 febbraio 2006
postato da: SuorBernardina alle ore 08:34 | link | commenti (6)
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Commenti

#1 09 Febbraio 2006 - 10:03
Riflettendo sulla figura di Sr. Eusebia, come donna, come religiosa e salesiana, non ho potuto fare a meno di chiedermi quale attuale messaggio la sua vita abbia da comunicare alla nostra.
Cosa cercare, quale significato, come leggere l'esistenza di questa suora che ha impostato la sua vita sulla piccolezza evangelica, nel contesto sociale e culturale odierno in cui i "piccoli" sono considerati illusi o perdenti?! In cui la donna pensa che, per farsi valere, deve essere forse tutto fuorché... se stessa?!

"L'importante per lei era amare e servire; il resto non contava, fedele alla massima salesiana del "da mihi animas, coetera tolle".
Con la sua radicalità e la coerenza delle sue scelte, Sr. Eusebia tracciò un cammino attraente ed esigente di santità per tutti noi e soprattutto per i giovani"
(Giovanni Paolo II, dall'Omelia del 25 Aprile 2004).

Personalmente mi sono data questa risposta, una delle tante...
Compiere il proprio dovere nell'ordinarietà della vita quotidiana, è un messaggio sempre attuale.
Soprattutto considerato che il concetto di "dovere" ha assunto, anche nei contesti educativi, una valenza negativa: purtroppo non è più considerato tappa irrinunciabile nel percorso di maturazione della persona ma inconveniente da evitare...
Ed anche sul concetto di "ordinarietà", chi educa dovrebbe fare una riflessione perchè troppo spesso i giovani, insoddisfatti della quotidiana realtà, vanno a cercare altro in una ...straordinarietà illusoria e pericolosa.
Perciò... guardiamo a Sr. Eusebia e chiediamole aiuto: essere educatori creativi ed "efficaci" è senz'altro una sfida impegnativa.

Federica
 
#2 09 Febbraio 2006 - 10:05
A sr. Eusebia sono particolarmente legata perchè le chiedo ogni giorno la guarigione per mio fratello. Ella è così umile da dare in semplicità ciò che invece sa di miracolo. Rappresenta la santità delle piccole cose fatte con amore. Chiediamole di renderci simpatiche nel comunicare Dio come lo faceva lei e avremo frutti anche noi. Sr. AnnaLaura
utente anonimo

#3 09 Febbraio 2006 - 13:22
Buon giorno, carissima!
Sono stata un po' assente, per motivi di ordine tecnica e anche personali. Ma spero di poter riprendere il contatto, e lo chiedo alla nostra piccola gigante della santità quotidiana.
Auguri a te!
Joanna
utente anonimo

#4 09 Febbraio 2006 - 14:49
La vita di sr. Eusebia, “piccola grande donna”, si snoda sui filoni di una profonda e semplice spiritualità Cristologica, ecclesiale e mariana. Ci insegna l’umiltà e semplicità di vita, il profondo abbandono e la fiducia nell’amore di Dio.
Lei ci insegna il primato dell’amore sull’egoismo e la sua vita è medicina per i nostri tempi ammalati.
Niky
utente anonimo

#5 10 Febbraio 2006 - 14:46
Se ci fidiamo di Dio e ci impegniamo ad entrare con decisione nell’ottica evangelica, Egli consentirà a noi pure di realizzare cose alle quali non avremmo mai pensato. Ci renderà semplici e arditi, capaci di incidere nel quotidiano, lasciando una traccia per le generazioni che seguiranno. Comunicheremo la speranza degli umili in un mondo che appare sempre più incapace di gioia, di semplicità, di gratitudine: attitudini che il cristiano attinge alla radice contemplativa, quella da cui scaturì il canto del Magnificat di Maria.
(Da spiritualità del Magnificat di Madre A. Colombo)
utente anonimo

#6 10 Febbraio 2006 - 14:55
Curiosità per alimentare la fede:

Il 10 febbraio 1935, suor Eusebia, a soli 36 anni, va incontro a Dio. "Durante la mia sepoltura - aveva detto - le campane suoneranno a gloria". Capita così che all'uscita dalla chiesa, le campane da sole si mettono a suonare l'alleluja pasquale. Presto si parla di grazie e di miracoli. Ma il miracolo più bello è lei, la piccola povera "mendicante" di Cantalpino, diventata un capolavoro dell'amore di Dio. Oggi attende la gloria degli altari: "Dio ha deposto i potenti dai troni e ha innalzato gli umili".
Rudy
utente anonimo

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