giovedì 16 febbraio 2012





Il Rettor Maggiore dei salesiani don Pascual Chávez Villanueva, ha commentato la STRENNA 2006 "«Assicurare una speciale attenzione alla famiglia, che è culla della vita e dell’amore e luogo primario di umanizzazione».(collegamento con il link a fianco).Tema troppo importante, motivo di riflessione e scambio di vedute. Occasione anche per noi religiosi di verificare lo spirito di famiglia dei nostri ambienti educativi, così caro al cuore di don Bosco.


martedì 10 g3nnaio 2006
postato da: SuorBernardina alle ore 18:11 | link | commenti (23)
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Commenti

#1 10 Gennaio 2006 - 18:30
Famiglia.
Miracolo
scaturito dall’iniziativa
del cuore di Dio.
Prolungamento del suo amore
e della sua fedeltà
nel mistero della vita
che consegna all’uomo
come pegno di suprema predilezione.
Tesoro fragile e sacro
deposto nelle mani dei figli
perché la creazione
continui
e sia feconda
dello stesso
identico
Amore del Padre.
( VerAl)
utente anonimo

#2 10 Gennaio 2006 - 18:35
Lo spirito di famiglia è stato lo stile educativo con cui il fondatore dei salesiani ha formato i suoi giovani e resta uno dei punti cardini del suo sistema. L’ambiente di Valdocco era improntato a un clima di calore umano, di ascolto, di rispetto, di progetto educativo condiviso, di reciprocità e di accoglienza tipico della famiglia.
Ciao
Rudy
utente anonimo

#3 10 Gennaio 2006 - 18:56
Una Famiglia ( una leggenda di sapore sapienziale )

Nel cuore di una vallata di campi, prati e boschi, in una casetta a due piani, viveva una famigliola felice. Erano tre, per il momento: una mamma, un papà e un bambino biondo di sei anni. Il papà lavorava in una fabbrica di rubinetti, la mamma coltivava l’orto dietro la casetta e governava con mano ferma dodici galline pettegole e un gallo prepotente. Il bambino andava a scuola felice e fiero, tanto che aveva già imparato a scrivere il suo nome. Sapeva anche il significato della parola “effervescente”.

Al centro della valle scorreva un torrente allegro e tortuoso.

La casetta sorgeva un po’ isolata dal paese e così, la domenica, la famigliola si stipava in un’auto piccolina e andava a Messa nella chiesa parrocchiale. E poi mangiavano il gelato o la cioccolata calda, secondo la stagione.

La sera, nella casetta c’era sempre un po’ di trambusto, perché il bambino, prima di andare a letto, trovava sempre qualche scusa, come contare le stelle o le lucciole o i quadretti della tovaglia.

Prima di addormentarsi tutti insieme pregavano. Un angelo del Signore, tutte le sere, raccoglieva le preghiere e le portava in cielo.

Un autunno, piovve per molti giorni. Il torrente si gonfiò di acqua scura. A monte, i tronchi e il fango formarono una diga che formò un lago limaccioso. Al tramonto, sotto la pressione dell’acqua, la diga crollò. La valle cominciò ad essere sommersa dall’acqua.

Il papà svegliò la mamma e il bambino. Si strinsero l’un l’altro spaventati, perché l’acqua aveva invaso il pianterreno della casetta. E continuava a salire. Sempre più scura, sempre più veloce.

«Saliamo sul tetto!» disse il papà. Prese il bambino, che si avvinghiava silenzioso al suo collo, con gli occhi colmi di terrore, e salì in soffitta e di là sul tetto. La mamma li seguì.

Sul tetto si sentirono come naufraghi su un’isoletta, che diventava sempre più piccola. Perché l’acqua continuava a salire e arrivò implacabile alle ginocchia del papà.

Il papà si sistemò ben saldo sul tetto, abbracciò la mamma e le disse: «Prendi il bambino in braccio e sali sulle mie spalle!»

Mamma e bambino salirono sulle spalle del papà che continuò: «Mettiti in piedi sulle mie spalle e alza il bambino sulle tue. Non aver paura. Qualunque cosa capiti io non ti lascerò!».

La mamma baciò il bambino e disse: «Sali sulle mie spalle e non avere paura. Qualunque cosa capiti io non ti lascerò!».

L’acqua continuava ad alzarsi. Sommerse il papà e le sue braccia tese a tenere la mamma, poi inghiottì la mamma e le sue braccia tese a tenere il bambino. Ma il papà non mollò la presa e neanche la mamma. L’acqua continuò a salire. Arrivò alla bocca del bambino, agli occhi, alla fronte.

L’angelo del Signore, che era venuto a prendere le preghiere della sera, vide solo un ciuffetto biondo spuntare dall’acqua torbida.

Con mossa leggera afferrò il ciuffo biondo e tirò. Attaccato ai capelli biondi venne su il bambino e attaccata al bambino venne su la mamma e attaccato alla mamma venne su il papà. Nessuno aveva mollato la presa.

L’angelo spiccò il volo e posò con dolcezza l’originale catena sulla collina più alta, dove l’acqua non sarebbe mai arrivata. Papà, mamma e bambino ruzzolarono sull’erba, poi si abbracciarono piangendo e ridendo.

Invece delle preghiere, quella sera l’angelo portò in cielo il loro amore. E tutte le schiere celesti scoppiarono in un fragoroso applauso.

Buona lettura
utente anonimo

#4 11 Gennaio 2006 - 11:03
Le nostre famiglie...
"Palestre" d'amore...
Luogo e tempo per imparare ad amare e a lasciarsi amare...
Occasione per aiutare a crescere, prima di tutto, delle PERSONE...
Gratitudine onorata per essere stati chiamati a continuare, nel tempo, l'eterna opera creatrice del Padre...
Gioia per il dono di formare un'unica carne pur nelle caratteristiche che ci contraddistinguono come persone diverse...
Felicità per il dono dei figli, espressione concreta e reale di un amore che si fa vita per non rimanere solo concetto astratto...
Riconoscenza per il grande regalo del carisma salesiano che ci spinge alla condivisione e motiva il nostro camminare...

Federica
utente anonimo

#5 11 Gennaio 2006 - 11:12
Dalla Lettera da Roma del 1884:

"La familiarità porta affetto e l'affetto porta confidenza (...).

Che i giovani non solo siano amati, ma che essi stessi conoscano di essere amati (...)
Che essendo amati in quelle cose che loro piacciono col partecipare alle loro inclinazioni infantili, imparino a vedere l'amore in quelle cose che naturalmente loro piacciono poco, quali sono la disciplina, lo studio, la mortificazione di se stessi; e queste cose imparino a fare con slancio e amore (...)

Senza familiarità non si dimostra l'affetto, e senza questa dimostrazione non vi può essere confidenza. Chi vuole essere amato, bisogna che faccia vedere che ama. Gesù Cristo si fece piccolo con i piccoli e portò la nostra infermità. Ecco il Maestro della familiarità. Il maestro visto solo in cattedra è maestro e non più, ma se va in ricreazione con i giovani, diventa come fratello (...).

Chi sa di essere amato, ama; e chi è amato ottiene tutto, specialmente dai giovani. Questa confidenza mette una corrente elettrica tra i giovani e i superiori. I cuori si aprono .... (...)"
Don Bosco


Federica
utente anonimo

#6 11 Gennaio 2006 - 11:52
Famiglia:parola dolce che ci parla d'amore. Anche se oggi la famiglia sembra non reggersi "in piedi", noi dobbiamo far di tutto perchè essa continui ad essere la cellula più importante della società. Dove c'è il vero amore, lì c'è famiglia. Anche Don Bosco ha avuto bisogno di una madre per portare avanti il suo apostolato tra i giovani. W Don Bosco e il suo spirito di famiglia di cui noi salesiani siamo responsabili. Sr. AnnaLaura
utente anonimo

#7 11 Gennaio 2006 - 13:12


LA FAMIGLIA SALESIANA
Conoscere e apprezzare don Bosco oggi vuol dire anche conoscere e apprezzare l’opera da lui fondata e lo sviluppo che, partendo da don Bosco, essa ha avuto, diffondendosi in tutto il mondo in poco più di un secolo.
Questo "movimento" di religiosi e laici, maschile e femminile, che si riferisce al carisma di don Bosco, si chiama "Famiglia Salesiana" .
La Famiglia Salesiana è nata (e si è sviluppata) dallo zelo e dalla carità pastorale di Don Bosco a servizio dei giovani e dei ceti popolari, obbedendo a tre convinzioni:
- La salvezza dei giovani bisognosi richiede operai numerosi, di qualità, e capacità varie e complementari.
- Questi "operai" si possono trovare dappertutto, in ogni ambiente sociale, in ogni tipo di situazione ecclesiale.
- Tali "operai", per essere efficienti ed efficaci, devono essere uniti condividere lo stesso ideale e metodo, collaborare al massimo aiutandosi vicendevolmente.
Ciao Rudy
utente anonimo

#8 11 Gennaio 2006 - 23:53
Ciao Suor Bernardina,
molto bello questo template!

Complimenti!

Buon lavoro.
Maurizio
utente anonimo

#9 12 Gennaio 2006 - 08:07
Non c'è blog che conosca su cui si possano leggere commenti più belli di questi.
Contattami Guarda il medialog (foto, audio e video) di questo utente. Blocca questo utente Anto74

#10 12 Gennaio 2006 - 09:30


Quando in una famiglia viene a mancare la figura del padre, una madre può sempre educare i propri figli, se sorretta da una grande fede. Un esempio lo possiamo trovare in mamma Margherita.

Si dice di Don Bosco: il Signore gli ha donato sapienza e prudenza e un cuore grande come la sabbia che è sulla spiaggia dei mari. Questo cuore grande è esistito perché ha saputo battere sempre in sintonia con il cuore di sua madre. E mamma Margherita che lo ha educato a una vera vita cristiana. Essa non era soltanto una madre che ama i suoi figli, era una mamma cristiana colma di fede, una contadina che viveva la sua fede nella più assoluta semplicità, meditando il catechismo parrocchiale e ascoltando con attenzione le prediche della domenica per continuare a meditarle durante la settimana, e tradurle nella vita di ogni giorno. E Dio, che si rivela ai semplici, le donò sapienza e prudenza per educare cristianamente i suoi figli, e in particolare il futuro Don Bosco.

Quando mamma Margherita guardava il cielo stellato diceva ai figli: «E Dio che ha creato il mondo e ha messo lassù tante stelle. Se il cielo stellato è così bello, chissà il Paradiso». Ai figli apriva panorami immensi, li aiutava a pensare al destino etemo che li aspettava.

Mamma Margherita, quando vedeva i campi pieni di fiori e soprattutto nel periodo della vendemmia, in cui raccoglieva il frutto del suo duro lavoro, diceva ai figli: «Il Signore è davvero buono con noi, ci ha dato il pane quotidiano».

E quando d'inverno era con i suoi figli attorno al fuoco diceva: «Dobbiamo davvero ringraziare il Signore che ci provvede il necessario. Davvero Dio è Padre: Padre nostro che sei nei cieli...».

Penso che la mamma celeste e quella terrena si confondessero nella sua mente. Maria è sempre e innanzitutto Mamma. Mamma Margherita e Don Bosco si sono messi accanto a tanti ragazzi per costruire insieme il loro futuro. Anche oggi tanti giovani e ragazzi hanno bisogno che qualcuno si metta accanto a loro per inventare, in questa rottamazione della storia umana lontana da Dio, un futuro migliore. Oggi tocca farlo a noi.
Francesca
utente anonimo

#11 12 Gennaio 2006 - 19:48
Ciao!!!

Ma hai cambiato lo stile del blog?

Il fiore è bellissimo da serenità e gioia, veramente bello...quasi quasi ti copiamo!

Un abbraccio forte e grazie per i tuoi messaggi...prima di quest'estate ci rivediamo? (così mi faccio vedere anche io stavolta..Davide...)

ciao, un abbraccio
Contattami Guarda il medialog (foto, audio e video) di questo utente. Blocca questo utente babeda

#12 13 Gennaio 2006 - 09:24
Ciao a tutti!!
Sono un ex allieva Della scuola magistrale Maria Ausiliatrice...
sono felice di essere arrivata qua...
Che Dio benedica tutti voi e questo bellissimo blog!
Ora lo linko e invito suor Bernardina nel mio...ma daiii che storia!!!!
Ciao!
Benedettaj
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#13 13 Gennaio 2006 - 11:08


Sono anadata sul sito dei salesiani ed ho trovato a qualcosa di interessante che ti pubblico.

FAMIGLIA, culla della vita

Le illustrazioni sono opera del pittore Umberto Gamba di Gorno (BG).



Il modello 1: la Sacra Famiglia.
Nella Santa Famiglia di Nazareth troviamo il prototipo di ogni famiglia, l’amore più vero e sincero, l’unione più indissolubile, i doveri adempiuti fino al sacrificio, il lavoro condiviso con gioia, la pazienza che rafforza e vivifica.
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utente anonimo

#14 13 Gennaio 2006 - 11:14

L’amore: dal fidanzamento al matrimonio.
L’amore è un fuoco che consuma tutto ciò che non è luce. L’unica arma che ogni membro della famiglia ha per combattere ciò che è oscuro, ciò che intristisce, che frattura, è l’amore!
utente anonimo

#15 13 Gennaio 2006 - 11:16


I figli: frutti dell’amore.
Si è sempre figli di qualcuno (P. De Beaumarchais 1732-1799). Qualcuno con un atto d’amore ci ha messi al mondo: siamo i frutti dell’albero dell’amore.
utente anonimo

#16 13 Gennaio 2006 - 11:17


I nonni: gli antichi valori.
La loro saggezza e la loro esperienza sono un tesoro… Nell'esempio e nelle cure affettuose dei nonni, i nipoti trovano un compenso alle assenze, oggi tanto frequenti per vari motivi, dei genitori (Gio Paolo II).
utente anonimo

#17 13 Gennaio 2006 - 11:24


I parenti: la famiglia allargata.
Cugini, zii, nipoti… attorno alla famiglia esiste un mondo di consanguinei non del tutto valorizzato, eppure indispensabile nelle difficoltà, nell’educazione, nei rapporti sociali e per la conoscenza delle proprie radici.
utente anonimo

#18 13 Gennaio 2006 - 11:26


La crisi:quando le interrelazioni non funzionano più.
La crisi della famiglia è la crisi del mondo. Molte famiglie si rompono e vanno in pezzi ai nostri giorni: tutto il mondo sembra soffrire di questa malattia che è ben peggiore di un disastro naturale (Jung Chulbum).

utente anonimo

#19 13 Gennaio 2006 - 11:31


Gli amici: un aiuto essenziale.
“Chi è un amico? Un altro io” (Zenone V sec. a.C.). Un amico fedele è protezione potente: chi l’ha trovato ha trovato un tesoro (Sir. VI,14). I veri amici vedono i tuoi errori e ti avvertono, i falsi amici vedono i tuoi errori e li fanno notare agli altri.

Mi pare che ce ne sia abbastanza.
Ciao Elena
utente anonimo

#20 14 Gennaio 2006 - 08:16
LA FAMIGLIA

QUI È IN GIOCO L’UOMO E IL SUO DESTINO

Per una singolare, ma forse non casuale coincidenza, tanto il Papa quanto il presidente della Repubblica hanno fatto diretto riferimento, nei loro discorsi di fine d’anno, al valore della famiglia.
Nel Te Deum del 31 dicembre, Benedetto XVI, ricordando il suo predecessore e il di lui appassionato servizio alla famiglia, ha riaffermato la necessità di promuovere questa fondamentale comunità, la cui crisi recherebbe, ha detto, un «grave pregiudizio alla nostra stessa civiltà».
Dal canto suo il capo dello Stato ha voluto richiamare, soprattutto ai giovani, il valore della famiglia, rivolgendo loro un accorato appello: «Preservate i valori della nostra civiltà, che non soggiacciano al mutare delle mode. Primo fra essi l’amore per la famiglia, nucleo fondamentale della società, punto sicuro di riferimento per ciascuno di noi».
Sia in prospettiva religiosa sia da un’angolazione "laica", dunque, la famiglia è apparsa – con significativa convergenza – un fatto di civiltà, come tale non appartenente né alla Chiesa né allo Stato, ma cosa di tutti.

(di Giorgio Campanili Sociologo FAMIGLIA CRISTIANA)
utente anonimo

#21 14 Gennaio 2006 - 15:46
BEATA LA FAMIGLIA

Beata la famiglia
il cui Dio è il Signore,
e che cammina
alla sua presenza.

Beata la famiglia
fondata sull’amore
e da esso fa scaturire
parole, gesti, decisioni.

Beata la famiglia
aperta alla vita,
che accoglie i figli
come un dono,
valorizza gli anziani,
aiuta i poveri e i sofferenti.

Beata la famiglia
che prega insieme
per lodare il Signore,
per affidargli la propria vita.

Beata la famiglia
che trova il tempo per
dialogare e fare festa insieme.

Beata la famiglia
dove regna la pace,
e la porta nel mondo.

Beata la famiglia
in cui vivere è gioia,
allontanarsi è nostalgia,
tornare è festa.

Massimo e Rosanna
utente anonimo

#22 15 Gennaio 2006 - 13:02
Carisima, hai ragione... da qualche giorno non vengo qui e ora ti faccio i complimenti per le belle novità. Preziosi anche i commenti dei tuoi visitatori.
Ho tanto lavoro urgente e anche una visita speciale di una fma italiana dell´ispettoria di Rio de Janeiro. Ma sono contenta di poter dirti che sta tutto bene con me, come spero da te.
Continua la tua bella MISSIONE, sotto l´icone della Famiglia di Nazareth.
utente anonimo

#23 15 Gennaio 2006 - 18:17
La famiglia di Nazaret, modello di tutte le famiglie cristiane , sia di esempio a chi con amore vuole vivere nell' 'intimità perfetta .
Dove c'è Cristo, la vita è capace di accettare la sofferenza,
con amore,
nel donare,
sopportare,
godere con lui.
Nannina

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